lunedì 18 novembre 2013

DONNE TU DU' DU' (aka E' PASSATO MOLTO TEMPO)

Buongiorno. E' passato molto tempo, lo so, ma solo ora riesco a rimettermi sul blog. Scusa, Pardon! Come direbbe Paolo Conte.

DONNE TU DU' DU'.
Allora. Quest'anno ho assistito a diverse presentazioni di libri e devo dire che sono sconcertato. Sempre più salta fuori stà storia che gli scrittori hanno scoperto LA DONNA. "La donna è la parte migliore della società, dovremmo fare in modo che le donne avessero più voce in capitolo nelle decisioni importanti di questo paese, perchè solo in questo modo potremo andare meglio. Solo attraverso le donne miglioreremo". E via così. E intanto scrivono libri in cui donne di coglioni (e qui mi viene in mente Gep Gambardella in "La Grande Bellezza" che attacca alla grande la donna chic di sinistra, aka Barbara Palombelli, che dice di avere le palle così) che distruggono uomini come birilli. L'ultimo è stato Gianrico Carofiglio che durante una presentazione al mio paese ha sparato il superpippone a favore delle donne, la parte migliore della società, anche se, bontà sua, non ha messo una superwoman dentro al suo libro, ma se limitato ai fuochi d'artificio pro-donna che vanno tanto di moda, perciò perchè tirarsi indietro?
Ora, la rilettura balestraccesca della questione, ma non solo mia, penso anche di chi abbia un minimo di sale in zucca e capisca un cis di libri, è questa. Immaginatela, però, come un colloquio tra un editor di una grossa casa editrice e l'altrettanto grosso scrittore.
Sculta ben! Qua la barca fa acqua da tutte le parti, che qui come vendite siamo peggio del Burkina Faso. Sculta ben! Qui leggon solo le donne. Da quand'è che non vedi un omo che legge? Saran 500 anni. E alora bisogna scriver libri che i protagonisti son le done! Quella vacca della miseria. Li voglio neri, si insomma, noir, e con le done protagoniste, che così raschiamo un bel po' il barile, che queste s'immedesimo e prima di andar a far da mangiare si gasano un pochetto. Oh! E le presentasiun, me racomandi, dire che le done son la quintesensa dela spina dorsal della società. D'accordo? Toh! Becca 20.000 euri d'anticipo".
La cosa che m'incuriosisce è, appunto, com'è che nessuno durante le presentazioni abbia fatto la seguente obiezione:
"Sculta ben autor! Com'è che in Italia il 70% dei lettori son donne, mentre chi scrive l'80% son maschietti. Sculta ben! Com'è che nei premi letterari c'è una donna su cinque o su sei candidati al premio? Al Bancarella poi non s'è mai vista una donna che sia una, che sia un premio donnofobo?Sculta ben! Ma com'è che tutti disen che la lettura insegna a scriver e se lezen solo le done com'è che scrivon solo uomini. Sculta ben!".
In altre parole la questione è questa: "Perchè non ci risparmiate sta tiritera sulle donne, che tanto s'è ben capito che a voi le donne stan bene dove stanno?".
Per quanto mi riguarda c'ho messo solo una donna all'inizio del Cannibale e basta, che di donne c'ho sempre capito poco, ma, guarda un po', l'unica grossa casa editrice che m'ha contattato m'ha chiesto proprio di scrivere un "romanzo femminile". Ma sarà strano il mondo?

1 commento:


  1. Hai ragione, Marco: dire che "le donne sono la parte migliore del Paese" è diventato un passepartout per essere subito qualificati come intelligenti e originali.

    E' così che l'intellettuale da salotto conquista il suo spazio, tra le poltrone bianchissime e il 70 pollici sintonizzato su Sky Arte HD.

    Siccome è da salotto, lo scrittore vende in salotto, a lettori da salotto, libri da salotto.

    Adesso, nel settore salotti, è di moda la pelle, e infatti non si vende altro. Generalmente pelle di donna venduta a donne, dicono.
    La pelle è materia così irrimediabilmente attraente che non serve nemmeno oltrepassarla: non richiede approfondimento, ché tanto sensazioni ne procura già da sola, basta sfiorarla.

    Guarda quel che succede alle presentazioni dei libri nelle attuali pelletterie (pardon, librerie): se hai una bella copertina e un romanzo (o una storia romanzata), allora ti chiamano, ma prova a scrivere qualcosa che parla di scienza, di sapere, di filosofia, magari anche in modo intelligente e stuzzicante, e vedrai che non ti cerca proprio nessuno.

    Pensare non va di moda, in salotto, dove è assolutamente vietato parlare di cose intelligenti, tranne che se vengono citate in formule ripetitive come mantra (tipo, "non è tanto per noi, ma per il futuro dei nostri figli che siamo preoccupati…", "sarebbe ora di cominciare a investire in cultura, ma con questi politici…" ecc. ecc.), elementi scenografici inutili e rassicuranti come il centrino all'uncinetto che una volta mostrava il suo angolo pendente nel bel mezzo dello schermo, appoggiato com'era in cima al televisore in bianco e nero.

    Un buon libro però, romanzo o saggio che sia, è costruito e intessuto di intelligenza, profondità, scoperta, dubbio: perché mai dovrebbe vendersi bene, adesso che la gente spera solo di entrare in salotto o vive nel timore di uscirne?

    Fuori dal salotto in pelle, dal libro di pelle, dalla chiacchiera facile, c'è il mondo vero e la fatica di vivere, con la penna o con la lettura, non la vuole nessuno.

    Meglio parlare di niente, meglio tenere gli occhi chiusi, meglio leggere a occhi chiusi.

    Tieni chiusi gli occhi e non sarai responsabile di quel che succede, di quel che ti succede. Mai.

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