martedì 26 aprile 2011
JUNIOR KIMBROUGH e LA MUSICA CHE GIRA INTORNO (MUSICA 90 SESSIONS)
Ora io non so cosa possa pensare uno che ascolta Junior Kimbrough. Magari non la prima volta, magari la quindicesima, pescandolo da un panorama di cd disseminati sul pavimento che rasenta tutto lo scibile bluesistico. Beh! Per quanto mi riguarda ho pensato un po' di tempo fa: "Mah! A me sto blues pare proprio strano. Che strano posto devono essere le colline del Mississippi". Ma finchè suoni come un forsennato in tutte le bicocche che possono immaginare di proporre del blues, mica ci pensi. Mica ci pensi che Junior Kimbrough non c'entra una beata mazza col blues. A me ci sono voluti i Tinariwen per spiegarmelo. Ibrahim (nel senso immaginifico della sua presenza) mi ha sventagliato un paio di canzoni delle Radio Tisdas Sessions e m'ha detto: "Ti ricordano qualcosa grande esperto di blues?". "Gesù bambino, ma chi cazzo suona qua Junior Kimbrough?". "No bello, non so neanche chi sia sto Junior Qualcosa, sono io che suono, ma ci sono tante altre band touaregh che hanno stò suono". E la domanda, improvvisamente, ti scrolla: "Ma come cazzo fa la musica del centro dell'Africa (Tissalit dove stanno i Tinariwen, sta proprio nel centro della pera dell'Africa) a essere finita tra le colline del Mississippi, senza che ci sia in giro per gli Stati Uniti, dalla Costa Atlantica fin lì, niente di simile alla musica di Junior Kimbrough?". Diciamo che già la domanda è qualcosa, ma per la risposta ci vuole minimo un annetto di studio da passare un po' in Italia, un po' a Essakane, Niafunkè, Bamako, Essaouira, Dakar e poi tra Oxford, Senatobia e Holy Spring. Ma io faccio il barista, mica l'etnomusicologo, perciò la risposta mica la posso trovare. La posso solo immaginare. Più che altro posso capire che se si vuole mettere la testa fuori dal blues si può rimanere travolti, per cui forse per questo pochissimi blues festival riescono a proporre qualcosa che non sia la solita rottura di marroni che rimane bella chiusa dentro i confini rassicuranti. Come dico sempre i Black Keys e i Tinariwen m'hanno rifilato una pappina che m'ha buttato fuori dalle corde, come Firpo con Jack Dempsey, ma al contrario di Dempsey non riesco a risalire sul ring. E' Junior Kimbrough che m'ha fregato. Se non c'era lui ero ancora tranquillo a fare piripipì con l'armonica in RE sui palchi. Se non c'era lui con la sua musica uguale a quella dei Tinariwen non mi sarei chiesto perchè e non sarei impazzito su un libro come MUSICA '90: VENT'ANNI di SUONI E RITMI DAL MONDO della Allemandi Editore, dedicato alla memoria di Giampiero Gallina, fondatore, appunto, della rassegna MUSICA '90 di Torino. Dentro ci sono un sacco di reportage su musicisti che non conosco, oppure che conosco di nome, ma che non ho mai praticato, ma che sono trattati come se fossero stati pescati alla fine di una ricerca tribolata. Come se qualcuno mi dicesse: "Guarda qua c'è tutto un mondo di musica. Serviti pure!". Minchia è un sacco più bello sapere che c'è un sacco di roba da sperimentare ancora, piuttosto che sapere che c'è un sacco di roba che conosci. E' fantastico sapere che non conosci un cazzo di musica, perchè ci sono ancora un sacco di cose da conoscere. E' come non morire mai. E' bello sapere che MUSICA 90 continua, che forse un giorno andrò a Torino a vedere un po' di quei concerti, o Essaouira o a Essakane e magari, forse, tornare a Clarksdale. Finchè non li ho visti tutti non potrò morire. E' davvero bello che Gianni Buscaglione, già protagonista di A PEDATE, m'abbia annichilito quando sono entrato in casa sua con lo scopo preciso di fargli scoprire i Tinariwen. Ha aperto una porta d'un mobile gigantesco pieno di cd di musica africana e m'ha sbattuto per terra. "Ascolti musica africana? Grazie al cazzo, musica africana. Ascolti musica dei touaregh dell'Est del Mali. Tutti a parlar di musica africana, ma hai una qualche idea di quanto sia grande l'Africa e di quanta gente ci suoni?". E' bello perchè abbiamo chiamato tutto MUSICA ETNICA, dimenticandoci che forse la musica etnica è il rock'n'roll, che forse è lo stesso motivo per cui qualcuno pensa di poter fermare l'immigrazione dei paesi poveri del mondo. Come per la musica, loro sono molti di più a farla. Mi piace pensare a Louis Mourihno che dice: "chi sa solo di calcio, di calcio non capisce niente". Tutto ciò grazie a uno che di musica non ha capito una mazza, che stava a Holy Spring e che di nome faceva Junior Kimbrough.
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