domenica 30 gennaio 2011

LA SQUOLA , MARK TWAIN E IL DECLINO DELLA CULTURA DI SINISTRA (ULTERIORE PARTE)

Non avevo intenzione di parlare della scuola. No. No. Mi stava sul gozzo l'argomento, ma non ne volevo parlare perchè un po' troppo delicato, ma un blog dovrebbe servire a questo. Non dovrebbe essere un posto in cui conta più la forma che la sostanza: in cui il fatto di non usare le buone maniere, da salottino per bene, squalifica il rango di una persona. Nella mia testa è proprio l'opposto. Perciò procedo. Il tema della scuola è esploso prepotentemente con la riforma Gelmini, ma non solo, perchè la scuola anche senza l'intervento di Maria Stella aveva incocciato l'iceberg da un po' e la nave aveva la prua già mezza sotto. Ciò che mi ha colpito un po' di mesi fa è stato un dibattito su Radio Tre, in "Tutta la Città ne Parla" in cui gli astanti dibattevano sull'università e sugli imminenti test d'ammissione al numero chiuso di alcune facoltà. Il momento topico è stato quando il conduttore ha chiesto con le maniere più buone possibili se questi test d'ammissioni fossero davvero attendibili. Il senso della domanda lasciava trasparire un chiaro: "ma siamo sicuri che non ci siano dei trucchi nei test d'esame e che passino solo quelli che devono passare, piuttosto che quelli che meritano di passare?". C'erano più interlocutori durante la trasmissione, docenti interpellati in diverse sedi universitarie, appartenenti, immagino, a diverse simpatie politiche, ma ciascuno di loro s'è affrettato a garantire la correttezza delle procedure e l'assoluta attendibilità dei test. Persino qualcuno ha incoraggiato i ragazzi che stavano affrontando le prove affinchè non avessero paura, perchè i frutti dello studio sarebbero stati senza dubbio ripagati. Allora, mentre guidavo, m'è parso che si materializzasse sul sedile di fianco la figura di Samuel Langhorne Clemens, in arte Mark Twain, coi suoi capelli folti e il baffo spiovente che mi riraccontava la faccenda dei mormoni, quella dentro "In Cerca di Guai". In parole povere l'esistenza del Libro di Mormon, racconto scritto per mano dell'Angelo Mormon, su tavole tratte dalle Tavole di Nefi, la Bibbia Mormone, per dirla alla tonda, viene testimoniata da tre tizi che giurano d'averlo visto: Oliver Cowdery, David Whitmer e Martin Harris. La veridicità della Bibbia dei Mormoni è affermata dalla provata onestà dei tre testimoni. Come quella dei tre docenti a proposito della regolarità delle prove d'esame. A entrambi risponde il mio Mark Twain di fianco, con voce gorgogliante come quella di un pilota di battelli a pale sul Mississippi: "C'è gente che prima di credere ad alcunchè ha bisogno di vedersi esibire una quantità di prove; ma io, se qualcuno mi dice di aver "veduto le tavole", non solo, ma che lì c'era un angelo che lo ha visto mentre le vedeva e magari s'è fatto dare la ricevuta, mi considero pressochè convinto anche se non ho mai sentito nominare "il testimone" e non so nemmeno il nome dell'angelo, nè la sua nazionalità". Ecco questo potrei rispondere ai tre docenti di "Tutta la città ne parla". E poi magari aggiungerci una storiella che spiega, nel mio piccolo, il famosissimo concetto di "meritocrazia" che tutti sventolano come un vessillo immacolato. Mi sono laureato in Economia e Commercio a Ca' Foscari a Venezia tanti anni fa.  E' stata dura, ma ce l'ho fatta. Ricordo le selezioni naturali dei primi anni, che le decimazioni erano degli scherzetti. Ricordo corsi alle otto di mattina, con 300 studenti, in cui lo studente pendolare doveva servirsi d'un treno in partenza alle sei e cinquanta del mattino per poi correre e ritrovarsi l'aula già tutta piena e accomodarsi sulle scale a prendere appunti. I primi anni erano stati bestiali, ma io non potevo ritirarmi. Dovevo farcela. Gli insegnamenti del terzo anno vedevano un corpo studentesco ridotto di più del 50% e non occorreva più correre per accappararsi il posto. Ma lì sulla strada c'era uno scoglio bello grosso che tutti dovevano affrontare: volenti o nolenti. "Econometrica", che era come Scilla e Cariddi per i navigatori antichi e il cui nome veniva tramandato di coscritti in coscritti. Intendiamoci, non recrimino sulla difficoltà della materia in questione. Se qualcosa è difficile bisogna superarlo se è necessario per ottenere il proprio risultato, non c'è da bighellonare sul tema. Ciò su cui c'era da discutere era l'atteggiamento dell'insegnante che si ritrovava ad avere di fronte dei quasi-laureati, a molti mancava solo quell'esame per discutere la tesi, che peraltro era pronta da tempo, ma ciò non gli impediva di dimostrare a tutti il proprio disprezzo. La propria superiorità di mente brillante. Gli piaceva molto vessare i suoi studenti. Irriderli sprezzante, fin quasi all'insulto intellettuale, materializzato da sguardi che dicevano: "Ma come hai fatto ad arrivare fin qua? Se l'università fosse seria ti avrebbero tagliato le zampette appena sceso dal treno". Con difficoltà superai quell'esame e per un po' mi ricordai di quell'anima prava, ma la vita poi, lo sappiamo tutti, ti fa guardare e passare. Però tutto m'è tornato in mente proprio nei giorni del dibattito sui test d'ammissione alle università. Curiosamente m'è capitato di venire a sapere chi sia ora il Rettore di Ca' Foscari. Sono rimasto attonito quando ho scoperto che quell'insegnante, credo uno dei peggiori dal punto di vista umano (che è enormemente più grave dell'essere inadatto all'insegnamento) che abbia mai incontrato, è divenuto quasi plebiscitariamente Rettore Magnifico dell'Ateneo Veneziano. Una nomina al limite del dileggio, che però spiega bene come sia considerato il corpo studentesco, in realtà l'organismo più importante, nell'ambiente accademico e come venga inteso il termine "meritocrazia". Vi chiederete cosa c'entra la sinistra in tutto questo. C'entra, c'entra e c'entra dall'inizio. Da Radiotre. Io ascolto Radiotre e rifuggo come la peste Radio Capital: la Radio del Gruppo Repubblica. Se quella è il simbolo della musica di sinistra allora io sono Marguerite Yourcenar. Il revival rock più becero, da FM americana ascoltata da chi una volta era scapestrato e ora è un cittadino modello, ma che ascoltando "Born To Be Wild" gli si inumidiscono gli occhi. Per l'amordiddio beatissimo e circonciso. Radiotre è il futuro. Radiotre. Anche se qualcuno dice che Fahreneit dacchè se ne è andato Marino (Sinibaldi) non è più lo stesso.

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