venerdì 16 settembre 2011

SARZANA BLUES

Nonostante abbia ricordi bellissimi della provincia della Spezia, ci andavo da bambino, un mese all'anno, non ero mai stato a Sarzana. Ci sono andato perchè Andrea Giannoni e Enrico Pandiani m'hanno detto: "Dai vieni giù che c'è Alessandro Zannoni che presenta il suo nuovo libro. Dai vieni giù...". Sono andato giù. Da una parte Tellaro e Fiascherino, dall'altra le Apuane. In mezzo Sarzana. Ci sono stato poco, due giorni in tutto, ma son rimasto a bocca aperta, indipendentemente dalla bellezza del posto. C'era vita là a Sarzana e Andrea Giannoni m'ha spiegato un po' di storie del posto. Un po' più su c'era Fosdinovo e una storia questa volta la conoscevo io: quella di Graziano Battistini, secondo al Tour de France del 1960. E' stata più dura del solito tornare indietro. Questo articolo è apparso sul Gazzettino di Treviso, domenica 4 settembre 2011. So già che qualcuno al mio paesello ha rognato per quello che ho scritto, ma a quasi cinquant'anni mi prendo il lusso di grattarmi i coglioni: come Nick Corey in "Colpo di Spugna" di Jim Thompson, nella traduzione di Attilio Verardi, edizione Longanesi 1987.
"Se un uomo si gratta i coglioni, lo fa perchè ha prurito o anche perchè ci prova un po' gusto?".

La musica, o lo spettacolo in generale, è un buon modo per conoscere il mondo. Non tutto: quello che si può. Sono stato a Sarzana, provincia della Spezia, per una presentazione di un libro. Sono rimasto a bocca aperta. Letteralmente. A prescindere dal fatto che la città in questione sta a cinque chilometri da Lerici, Fiascherino e Tellaro, cioè uno dei più bei angoli di mare d'Italia, ma questo non dipende dall'estro creativo dell'uomo, sono rimasto colpito dall'effervescenza culturale della città e questo, viceversa, dipende proprio da quello. Sarzana ha 31.000 abitanti, esattamente come la mia città, ma ha librerie del fumetto, librerie per bambini con animazioni, piccolo teatro di strada, locandine appese ai muri che annunciano spettacoli insoliti e due locali che, da sempre, fanno musica dal vivo. E poi, proprio mentre gironzolavo tra le sue stradine si respirava l'aroma dell'imminente Festival della Mente: il programma è disponibile in internet e non sto qui a riportarlo, ma è, ancora una volta, da sgranare gli occhi. 46 eventi con personaggi rilevantissimi del panorama culturale italiano e internazionale. E' evidente che si rivela inutile cercare un posto da dormire a Sarzana per quei tre giorni, 2,3, 4 settembre, pur essendo il luogo molto ben fornito di strutture ricettive. E' necessario salire sulle colline della Lunigiana: a Fosdinovo oppure ad Aulla per posare la testa sul cuscino. Eppure Sarzana non è capoluogo di provincia, come per esempio Mantova, che conta solo 15.000 abitanti in più, ma vanta la sigla MN e quindi può contare di uno scalino in più nella "graduatoria" delle città. Perciò ci si può porre la questione da Alice nel Paese delle Meraviglie: "Ma perchè Sarzana sì, che ha gli stessi abitanti del mio paese, e noi no?". M'è stato spiegato il perchè, là a Sarzana. Il posto è una sorta d'enclave della sinistra, 78% alle ultime amministrative, che cerca di mantenerla come luogo esemplare, nonostante i tempi difficili che attraversa anche quella parte politica. Ogni rappresentante a Palazzo Madama e in sede di governo regionale cerca di portare a casa il più possibile per la città, proprio per consolidare quell'aria di Avalon, un po' fuori dal mondo in effetti, che ivi si respira. Nonostante la spiegazione, forse a causa dei  tempi così saporosi di federalismo persino municipale o a causa della dura cervice, la domanda mi rironza nella testa:  "Ma perchè Sarzana sì, che ha gli stessi abitanti del mio paese, e noi no?". Trecentottanta chilometri d'autostrada con quel pensiero. Fortunatamente al mio ritorno Roberto Scalabrin ha pensato bene di portare nella mia città quel fenomeno musicale che risponde al nome di Simone Zanchini, altrimenti detto "Dio che suona la Fisarmonica". Un placebo prima che quella questione maledetta riprenda a ronzare.

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