giovedì 14 marzo 2013

BERGOGLIO BLUES

Appena eletto il papa, argentino, presumibilmente porteno, non so se stia dentro o fuori alla General Paz per definirlo tale, ho visto sulla community che bazzico un sacco di post legati al suo passato di vicinanza alla dittatura argentina durante gli anni dei "voli della morte". Quando ho scritto la "Storia Balorda" mi ci sono ficcato a pesce dentro a quel bailamme che era "La Guerra Sporca", ma ne sono riemerso con la consapevolezza di poter solo "descrivere" alcune cose piuttosto che "sentirle" veramente. Ho scritto dell'Argentina, ma non ci sono mai stato, per questo posso solo descrivere. Conosco dei boludos che m'hanno raccontato molte cose, ma io non mi sono mai mosso da Castelfranco Veneto. Ho scritto dei centri di detenzione clandestina a Rosario, ma non ci sono mai stato e ho scritto come potevo. Il complimento più bello a quel libro l'ha fatto Franco Terzera, un appassionato di Novara, dicendo in una piccola televisione privata che ne "La Storia Balorda" non c'era moralismo. E' un commento che mi fa piacere semplicemente perchè la STORIA (la disciplina scientifica) non si piega o non dovrebbe piegarsi al moralismo. L'ho imparato leggendo e preparando i libri che poi ho scritto.
Chi critica pesantemente Bergoglio dovrebbe, prima di prendere posizioni così nette, rileggere Massimo Carlotto nelle "Irregolari", esattamente dove, ricordando Osvaldo Soriano, dice:
"Il ventinove gennaio morì Osvaldo Soriano. Frugando tristemente in un cassetto dove conservavo gli articoli che avevo scritto per Il Manifesto, mi capitò tra le mani un ritaglio che non ricordavo d'aver letto: Ricordando con Odio, pubblicato il giorno del giorno del 20^ anniversario del colpo di stato. Per Soriano la dittatura argentina era stata il male assoluto, non si poteva nè dimenticare, nè perdonare. "Continuano a sembrarmi imperdonabili i dialoghi e i flirt col potere di allora. I pranzi di intellettuali - i Sabato, i Borges, i Bioy Casares - con il generale Videla. La strategia della riverenza, l'ammicamento, la pacca sulla spalla. Era meglio prendere una strada sbagliata contro la dittatura che avere ragione obbedendole". Era tutta lì, in quell'ultima frase, la storia della ribellione argentina".
Bene cari detrattori di Bergoglio, avete libri di Borges, il sommo poeta, in casa? MALE! MALISSIMO!
Ricordo bene la scintilla iniziale della "Storia Balorda", sempre cooptata da un libro di Massimo Carlotto: "Perchè nel Cile del 1973 tutti i simpatizzanti di sinistra presero posizione contro la dittatura, mentre della dittatura militare scoccata il 24 marzo 1976 nessuno parlò?". La risposta sta sempre nelle Irregolari ed è estremamente meschina per il popolo di sinistra, sopratutto quello più estremo, che oggi irruvidisce la voce contro Jorge Bergoglio. Prima di scrivere "La Storia Balorda" ho letto la tesi di Andrea Maggiolo: Buenos Aires non finisce mai ed è sorprendente come, per esempio, "L'Unità" e i giornali della sinistra francese avvallino il regime di Videla, come "unica transizione possibile verso il ritorno della democrazia". Come le posizioni più contrarie alla situazione in Argentina siano assunte dal Corriere della Sera, piuttosto che dall'appena nata Repubblica o dalla già citata "Unità".
Mai come scrivendo quel libro ho avuto la sensazione che non esistano il torto o la ragione e che ciò che accade sia frutto di errori precedenti e che tutti siamo vittime, chi più e chi meno a seconda di quando è vissuto e di dove ha vissuto, delle circostanze della STORIA.
Mi va di citare, per rimanere a avvenimenti recenti che viaggiano più o meno sullo stesso binario, le posizioni sul fascismo della portavoce del MOVIMENTO 5 STELLE che tutti hanno stigmatizzato non sono invece da condannare. Involontariamente ha detto una cosa intelligente. Tutti oggi sono antifascisti, per l'amordiddio, ma sarebbe stato bello, ironicamente, ovvio, essere vissuti prima del 25 luglio 1943 per vedere cosa saremmo stati: la nostra percentuale d'eroismo. Sono curiose le testimonianze di quelli che ci furono davvero, di come rimassero sbigottiti di fronte a coetanei che prima si chiamavano Benito e che il 26 luglio si chiamavano Edoardo, Filippo, Andrea. Oppure mi piacerebbe avere per un istante la macchina del tempo e vedere come si comporterebbero tanti antifascisti di oggi di fronte al Bando Graziani, magari con un bel manipolo di soldati della Wermacht nelle vicinanze. Da che parte starebbero nonostante la loro certezza odierna d'essere ANTIFASCISTI!
Cari detrattori, a priori, di Bergoglio, mi piacerebbe che tutti c'attenessimo al detto biblico: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra", al quale dovrebbero, per esempio, attenersi quelli che, per esempio, si riempiono la bocca delle foibe o quelli che, di sinistra, io li ricordo benissimo come fosse ora s'attenevano a questo criterio in merito ai giudei.
"C'era poi da aggiungere l'incomprensibile e capziosa questione degli ebrei, che prima erano stati dipinti nudi e smunti, povere vittime sacrificali nei campi di sterminio di Hitler, e poi s'erano d'improvviso trasformati in pericolosi reazionari nei gulag di Stalin".
Il motivo per cui la Chiesa esiste e vince è perduto nella notte dei tempi, i più ingenui lo racchiudono in un sogno di Costantino, ma non è così: è l'insinuarsi nelle classi più abbienti romane che ne determina il potere. Un "Simply Twist Of Fate" l'ha condotta a vincere la battaglia sul Culto di Mitra dal quale ha assorbito molti tratti e da lì e diventata ciò che oggi è: un centro di potere che ha a che fare con altri centri di potere. Chi ne invoca il ritorno al francescanesimo è un povero illuso, sepolto da millenni di storia. Non s'è mai sentito parlare d'un cardinale poverello, al massimo uno rimane vescovo e magari ucciso da una patota come Enrique Angelelli il 6 agosto 1976, proprio in Argentina.
Perchè, nel caso non lo si sapesse, la Storia macina gli uomini.

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