domenica 22 maggio 2011

SMETTO SE ME NE DAI UN PO' (aka IL SALONE DEL LIBRO BLUES)

Betti è sempre tossica. Ti dice "Smetto se me ne dai un po'". Come fai a dirle di no? "Betti Tossica" dei Prozac+ è un capolavoro, che spiega molte cose, anche quello che sto per scrivere. E' persino una canzone chiaroveggente.
Ho sempre sognato di andare al Salone del Libro di Torino. Tanto che quando mi sono trovato di fronte al Lingotto, dentro i cancelli, volevo inginocchiarmi e baciare per terra. Per fortuna Luigi Tempera me lo ha impedito. "Vabbè che ieri abbian bevuto, ma hai cervello ancora alcolizzato Dio Fa?". Anche Luigi Tempera è chiaroveggente perchè due ore dopo che ero dentro al Padiglione 2 non capivo più un'ostia. Frantumato da presentazioni che si incrociavano per aria, addetti ai lavori, pubblico, brusio del capannone, la porchetta attaccata al Caffè Letterario. Ma anche Il Salone del Libro svezza le persone. I ragazzi (le ragazze, per la precisione) dello stand dell'Instar Libri mi guardavano con compassione pensando: "Dio Fa, è solo il primo giorno e guarda com'è ridotto...". Poi dopo sette ore dentro al Salone che m'avevano ridotto alla flebo di glucosio, mi sono ringalluzzito perchè c'era da fare la presentazione. E' la sindrome di quelli che salgono sul palco: sei fiacco-fiacco e poi, improvvisamente, parte la bomba-palcoscenico. Io e Gigitempera ci guardavamo un po' increduli: ci sberlottavamo pure. Avremmo fatto lo spettacolo dove ora erano seduti Milena Vukotic, Giancarlo De Cataldo e Marco Messeri. Mica pippe, ma noi vecchi leoni grigi del blues italico mica abbiamo avuto paura. Ghe sboccio o Dio Fa. Siam saliti con Lorenzo Tamagnone e via ventre a terra. L'unico problemino era che affianco c'era il procuratore Caselli che faceva un nonsochè sulla mafia: quella roba che vessa il territorio, non so se avete presente, che fa sentire gli altri piccoli, piccoli, che tanto comandan loro. Dovevamo convivere, ciò. Il destino ci aveva collocati uno accanto all'altro, cioè, per la precisione, noi accanto a Caselli. In effetti il rimbombo che proveniva da di là dava un po' fastidio. Un bel po' fastidio, ma, insomma, Caselli è Caselli e noi siamo noi, ci si doveva adeguare. Solo che poi è saltato fuori uno, in giacca e cravatta, a dire che rompevamo i coglioni all'antimafia e dovevamo abbassare i volumi. Il fonico ha abbassato, ma, sinceramente, non so come i 30 che eran da noi potessero ascoltare, perchè il casino di là era notevole. Ma, evidentemente, facevamo ancora paura all'antimafia e l'uomo in giacca e cravatta è tornato per dirci che facevamo troppo casino. Che abbassassimo. Pareva di essere in una di quelle birrerie che quando vai a suonare, stai ancora scaricando gli strumenti e ti dicono di abbassare. E' uscito ancora un'altra volta per dirci di piantarla che davamo fastidio a Caselli, ma ha sfortunatamente incontrato Marta Chiantore che gli laconicamente riferito che: "sì, in effetti noi vi stiamo dando fastidio, ma anche voi state dando fastidio a noi". L'uomo in giacca e cravatta s'è dileguato come i palloncini nei cartoni animati, quando vengono bucati, o come un casperino spaventato. Un celebre scrittore presente alla scena ha sancito l'episodio con una frase da bassorilievo: "Meno male che ci sono i giovani che riescono a mandare affanculo qualcuno quando c'è da mandarlo...Noi non ci riusciamo più". O ancora: "Cosa vuoi, oramai le persone sono solo giaccaecravatta...". Insomma, Alla fine di un giorno noioso, siamo riusciti a uscirne vivi e contenti, che Il Salone nonostante la diatriba se l'Antimafia sia la Mafia o viceversa, era per noi tre, Lorenzo, Gigi e me, un sogno realizzato. Io, davvero, ero distrutto da quel venerdì 13 maggio al Salone: il casino, i libri, i 250 spettacoli e presentazioni al giorno che non sai ndo cazz andare: Celine o Pandiani? Margherita Oggero o De Cataldo?, il rimbombo, i giaccaecravatta, come, non c'è una cassa-spia e noi come facciamo che dobbian suonare? Il Martini vermouth dry dello stand Martini, cazzo, Einaudi sempre piena e non ti fanno manco lo sconto sui libri. Insomma, Alla fine di un giorno noioso, ero lesso. Sono andato a dormire e che nessuno mi parlasse più del Salone del Libro. Il rumore di Piazza Cattaneo, proprio di fronte al motor-village, m'ha risvegliato. Ho aperto gli occhi davanti a Torino e il primo desiderio è apparso chiaro. "Devo andare subito al Salone. Voglio comprarmi questo e questo. Devo parlare assolutamente con quello..." Voglio vedere i libri. Voglio vedere i libri.
Betti è sempre tossica. Ti dice "Smetto se me ne dai un po'". Come fai a dirle di no?.

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