mercoledì 3 ottobre 2012

L'ANNIVERSARIO DI GLENN

Mica è semplice tenere un blog. Sempre qualcosa da scrivere, possibilmente che non siano puttanate e proprio per quest'ultimo motivo fare stà cosa diventa arduissimo. Io ho ripreso perchè il 25 ottobre esce "Imerio" e bloggare un poco mi pare che possa essere un discreto traino per il libro medesimo. Mia opinione, naturalmente. Ma oggi sono contento di postare qualcosa perchè domani, 4 ottobre, è il 30^ anniversario della morte di uno dei più grandi personaggi che io abbia mai ascoltato avvicinarsi a uno strumento. E' curioso perchè non è affatto un musicista di blues, musica di cui sono stato innamorato per molto tempo e che, alla fine, m'ha trasmigrato in Africa. Non è neppure un musicista di rock, nel senso più lato possibile, che continua ad accompagnarmi. E' un musicista classico e, ancor oggi, non so perchè, io che non distinguo un DO da un mulo parlante, lo sento enormemente vicino, come se lui e io potessimo discorrere tranquillamente e alla pari d'argomenti di cui non capisco una beatissima ostia. Eppure è così. Non avrei neppure immaginato, un giorno, di avere degli argomenti su Johan Sebastian Bach, di cercare notizie su di lui e persino di leggere monografie che lo riguardino, se non fosse transitato su questa terra Glenn Gould. Che razza di sortilegio ha tirato fuori perchè entrassi anch'io a far parte della schiera di quelli che amano la musica classica senza capirne una mazza? Non lo so, non potrei spiegarlo. Fortunamente ci sono persone che hanno condiviso questa stranissima sorte e ne hanno dato testimonianza.
Da Katie Haffner: "Glenn Gould e la ricerca del pianoforte perfetto".
"Il modo di suonare di Gould ha provocato una risposta viscerale in gente che non avrebbe mai pensato di fermarsi e ascoltare davvero la musica classica. C'era qualcosa nel silenzio, fra e dietro ogni nota, nella ricchezza delle diverse voci, che rapiva l'immaginazione e faceva sì che gli ascoltatori avvertissero che la loro vita sarebbe stata migliore e più profonda.
Ad alcuni, quelli che già conoscevano bene la musica, il modo di suonare di Gould ha offerto la possibilità d'ascoltare qualcosa di nuovo. Altri, che non avevano un'affinità speciale con la musica classica, hanno raccontato d'aver percepito una maggiore sintonia con la musica ascoltando per la prima volta Gould che suonava....Un'autista dell'UPS di Roanoke, Virginia, raccontò a uno studioso di Gould della volta in cui udì qualche battuta delle Variazioni Goldberg provenire dalla radio del furgone e di come istintivamente avesse cominciato a cercare un'altra stazione. Ma siccome era impegnata in una svolta e aveva bisogno d'entrambe le mani la musica era continuata, e continuata ancora, trasformando la donna in una devota ammiratrice dell'arte di Gould".
E poi, naturalmente, maestro Evan Eisemberg nell'"Angelo con il Fonografo".
"Alla mia generazione si può forse perdonare un certo risentimento verso Glenn Gould, "colpevole" ai nostri occhi d'aver abbandonato il palcoscenico prima che ci fosse data l'opportunità d'ascoltarlo dal vivo. A dire il vero all'epoca eravamo troppo occupati ad ascoltare i suoi dischi per accorgercene. Le sue incisioni ci mostravano che la musica classica non era tutta sentimento e decoro, abiti da sera e volontà di compiacere il proprio insegnante; poteva essere anche spigolosa e solitaria, eccitante come una scatola del piccolo chimico, una partita a scacchi o lo scroscio della pioggia sul parabrezza. E i suoi scritti, se allora li avessimo notati, non solo ci sarebbero apparsi ugualmente eccitanti, ma ci avrebbero suggerito una nuova interpretazione della musica stessa".
30 anni fa domani, all'ospedale centrale di Toronto moriva Glenn Gould. Ma ogni volta che metto un suo cd
lui si mette al piano davanti a me, seduto su quell'eccentrica "sedia pigmea". Eccentrica come il suo padrone che suona l'Adagio del concerto BWV 974 facendolo apparire comprensibile persino a un somaro come me.

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