mercoledì 16 marzo 2011

LA VERITA' (SECONDA PARTE)

Va da se' che non mi considero affatto un anticlericale. Come molti credo che le tre M, Don Milani, Don Minzoni, Don Primo Mazzolari, siano tre esempi per sostenere come la chiesa cattolica abbia fatto del bene, ma, d'altro canto non vedo per quale motivo la chiesa cattolica debba fare del male, tenendo conto dei principi fondativi che la reggono. Ora però mi chiedo per quale ragione si passino sotto silenzio alcuni episodi della storia abbastanza recente della chiesa, anzi, se per caso vengono sollevati, si elevino al cielo alti lai da parte degli organi ecclesiastici: che siano forse vecchi rimasugli dell'Infallibilità Papale? Dico questo semplicemente perchè nello scartabellare informazioni necessarie all'ultimo libro ho posto più attenzione del solito ad alcuni particolari. Come tutti sanno è stato più volte sottolineato come Pio XII fosse rimasto troppo insensibile nei confronti delle ben note, al tempo, persecuzioni perpetrate durante la seconda guerra mondiale nei confronti degli ebrei e altre minoranze "dannose". Si risponde generalmente che una veemente reazione del Santo Padre avrebbe generato una serie di rappresaglie verso i cattolici europei che avrebbero pagato sulla propria pelle indifesa le parole del papa. Ciò avrebbe frenato il forte grido di dolore proveniente da San Pietro. E' una spiegazione accettabile, direi. Ciò che però non riesco a capire è, come mai, dopo la fine della guerra alcuni dei peggiori criminali nazisti siano riusciti a fuggire in Sud America grazie a passaporti rilasciati dalla Croce Rossa in cui la garanzia dell'identità della persona (evidentemente falsa) era fornita da padri francescani alto-atesini e croati. E' evidente che non si sta parlando per cialtronerie ascoltate in giro: le copie dei documenti e delle firme avallatrici stanno negli schedari di Musei della Memoria, col loro pesante nero su bianco. Analogamente non si riesce a comprendere come mai, in un periodo in cui le rappresaglie erano scongiurate, la diocesi di Genova fornisse ospitalità ai fuggiaschi fino al momento dell'imbarco verso, generalmente, Buenos Aires. Si racconta che tutto ciò avvenisse perchè quegli uomini erano considerati da prelati particolarmente sensibili persone bisognose, perseguitate ed inseguite: stiamo parlando di soggetti come Adolf Eichmann, Klaus Barbie, Josef Mengele, le cui gesta si evocano ancora oggi anche solo nominandoli. E' curioso come nessuno apra questo armadio, o che il fatto di aprirlo susciti scandalo, come se lo scandalo sia parlarne piuttosto che l'accaduto. Torno a dire che non sono affatto anticlericale e che porto il massimo rispetto e ammirazione per persone come il vescovo Enrique Angelelli ucciso a bastonate da una patota nella Rioja argentina il 4 agosto del 1976 o per coloro, cattolici, i cui nomi di "Giusti delle Nazioni" sono incisi sullo Yad Vashem, ma ho delle altre perplessità che sono già state testimoniate in un precedente post intitolato "La Giustizia Terrena e il Cardinal Sodano". Fondamentalmente mi chiedo come sia potuto accadere che una strage strisciante come quella dei desaparecidos non sia stata gridata forte da colui che, ancora oggi, si vuole "santo subito". Karol Woytila. Probabilmente, molto più di Eugenio Pacelli, il suo grido avrebbe potuto irretire i torturatori, ma si dice che la sua vera ossessione fosse la sconfitta del comunismo. In fondo quei 30.000 desaparecidos della cattolicissima Repubblica Argentina un poco comunisti lo erano e non importa che i montoneros fossero una diretta discendenza dell'Azione Cattolica. In fondo per il cattolicesimo il martirio è la via perfetta della redenzione.

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